Il processo produttivo delle piastrelle in ceramica

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Il processo produttivo delle piastrelle in ceramica

Ti sei mai chiesto come vengono realizzate le piastrelle in ceramica che comunemente troviamo sui pavimenti e rivestimenti di case, alberghi, negozi, uffici? Il processo produttivo di questi elementi di design è particolarmente interessante, e si suddivide in diverse fasi che possono variare in funzione del prodotto e delle sue particolari caratteristiche.

In linea generale, la produzione delle piastrelle in ceramica segue tre procedure distinte e che possiamo replicare in modo semplice e schematizzato a seguire:

  • Piastrelle non smaltate (cotto, klinker, gres rosso e gres porcellanato): preparazione dell’impasto, formatura, essiccatura, cottura, scelta e confezionamento.
  • Piastrelle smaltate in bicottura (es. maiolica e cotto forte): preparazione dell’impasto, formatura, essiccatura, cottura del supporto (biscotto), cottura della superficie smaltata, scelta e confezionamento.
  • Piastrelle smaltate in monocottura (chiara rossa, clinker smaltato, cotto smaltato, gres porcellanato smaltato): preparazione dell’impasto, formatura, essiccatura, smaltatura, cottura, scelta e confezionamento.

Al termine di questo processo avremo a disposizione il prodotto finito, ossia la piastrella in ceramica pronta a essere installata negli ambienti.

Ricordiamo che la maggior parte delle piastrelle viene formata per pressatura, un processo che vede l’impasto ancora sottoforma di polvere semisecca. Il materiale viene compresso tra due superfici, in modo tale che il prodotto prenda sia la forma desiderata che il corretto grado di resistenza e compattezza.

Esistono tuttavia prodotti particolari, come ad esempio il clinker o il cotto, che vengono prevalentemente formati per estrusione, un processo di sagomatura che vede l’impasto prendere la forma di un “nastro continuo” per essere successivamente sottoposto a taglio. L’acqua in eccesso ancora contenuta nell’impasto viene poi eliminata con l’impiego di appositi essiccatoi ad aria calda.

Vediamo ora in breve gli altri step caratteristici dei cicli produttivi delle ceramiche.

La cottura delle piastrelle in ceramica

La cottura delle ceramiche avviene con l’ausilio di forni continui su rulli, portati a temperature molto alte (da circa 900°C a 1250°C e oltre).

Dopo aver raggiunto la temperatura massima di cottura, che viene mantenuta per un periodo di tempo determinato, le piastrelle vengono progressivamente raffreddate. In questa case, il prodotto ancora grezzo è sottoposto a una serie di modificazioni chimiche e fisiche che hanno l’obiettivo di generare un supporto robusto e resistente.

Successivamente alla cottura delle ceramiche avverrà una prima fase di selezione, mirata a scartare gli esemplari difettosi, a suddividere i restanti in piastrelle di prima e seconda scelta, e a raggruppare i diversi lotti mantenendo una coerenza nella tonalità cromatica.

La smaltatura delle ceramiche

Per quanto riguarda invece la smaltatura delle piastrelle in ceramica, va precisato che gli smalti sono composti da materiali diversi rispetto a quelli del biscotto: di norma, si tratta infatti di minerali e composti macinati in acqua che vengono applicati sulla superficie del supporto una volta che questo è stato sottoposto al processo di cottura.

Tale applicazione avviene portando gli smalti a fusione: sarà durante la successiva fase di raffreddamento che lo strato di smalto provvederà a solidificarsi, andando a formare quella superficie dall’effetto quasi vetrato che conferisce alla piastrella sia una determinata totalità cromatica (piuttosto che un pattern o un motivo), sia una specifica finitura (ad esempio la lucentezza), sia naturalmente particolari qualità tecniche come la durezza e l’impermeabilità.

È importante tenere a mente che le piastrelle in ceramica sono classificate secondo diversi parametri: da quello definito dalla norma UNI EN 14411 che le distingue per metodo di formatura e grado di assorbimento d’acqua fino alle diverse tipologie, quali monocottura, bicottura, gres porcellanato, maiolica e altri ancora. A quest’ultima tematica abbiamo dedicato un articolo a parte, che puoi leggere cliccando qui.

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